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Queste sono le regole...

domenica 31 ottobre 2010

OGNISSANTI

Ultimo post di ottembre dedicato alla festa anglosassone più praticata nello stivale, dopo l'ancor più inutile Capodanno o notte di San Silvestro.

Omaggio al film di Carpenter.

Letture consigliate: Lunar Park di Bret Easton Ellis, Le notti di Salem di Stephen King, L'ipotetica assenza delle ombre di Massimo Padua.

Creepy!

Black cats and goblins and broomsticks and ghosts.
Covens of witches with all of their hopes.
You may think they scare me. You're probably right.
Black cats and goblins on Halloween night.
(Trick or treat!)


Zio Robbo



venerdì 22 ottobre 2010

LA PRIMA VOLTA (FA SEMPRE MALE)

Ricordate con chi avete fatto sesso la prima volta, nella vostra vita? Molti salteranno su: si dice con chi avete fatto l’amore o con chi siete andati a letto! Me ne frego, e ripeto: ricordate con chi avete fatto sesso la prima volta, nella vostra vita? La sottile differenza tra amore e sesso proprio non la comprendo. Forse perché non so definire quella brutta cosa con un bel nome che viene chiamata amore; il sesso è quello che è, e il porno è solo l’esibizione di quello che avviene tra le lenzuola.

Era il mese di marzo del 1993. Avevo sedici anni. Con i compagni di classe eravamo diretti in gita a Strasburgo e Baden Baden. Sul bus rimasi in disparte a leggere e guardare il paesaggio. Gli altri si stracciavano di alcool e canne. Mi ero portato più libri che vestiti. Riuscii a leggere La lunga marcia all’andata e L’uomo in fuga al ritorno, entrambi di Richard Bachman. I compagni di classe erano tutti con capelli lunghi, chiodo e scarpe da basket e il me stesso di allora, ragazzetto rasato a zero come uno skinhead, con anfibi e felpe a buon mercato veniva un po’ ghettizzato. Non ci badavo. Rimasi estasiato di fronte a un cielo che mi sembrava diverso da quello che vedevo ogni giorno, chiuso in una sorta di eterno ritorno quotidiano, nella provincia torinese dove abitavo da sempre.

Il trattato di Maastricht stava diventando realtà. Provai la sensazione, per la prima volta, di sentirmi europeo. Europeo. Europeo. Nonostante il razzismo di inglesi, francesi, olandesi e tedeschi nei confronti di noi italiani (Italiani? No grazie!), nonostante la consapevolezza che addirittura spagnoli e irlandesi fossero più avanti di noi anni luce, il gusto dell’ Europa colpì tutti noi, al Parlamento Europeo di Strasburgo. Razzismo a parte.

A Baden Baden andò meglio. Nell’ostello dove alloggiavamo, mentre i soliti compagni dai capelli lunghi e chiodo si stracciavano ad alcool e canne, incontrai Salma. Era in gita con le compagne di classe. Capelli lunghi e neri, carnagione scura, culo abbondante e tette grosse, era l’incarnazione dello stereotipo femminile che da sempre ha turbato i miei sogni.

Viveva a Berlino. Quando ancora c’era il Muro, aveva avuto la fortuna di abitare nella parte occidentale della città. Mi raccontò che a dodici anni era lì, insieme a migliaia di altre persone, quando il Muro era caduto. Avevo solo ricordi televisivi offuscati dell’evento. Lei lo aveva visto dal vivo. Aveva vissuto, respirato la Storia.
Parlavamo in un inglese scolastico pessimo, per capirci, e ci prendevamo in giro parlando ognuno la propria lingua.
Pendevo letteralmente dalle sue labbra. Suo padre era di origine turca; la madre tedesca di Berlino. Mi spiegò cos’era un kebab, una cosa nuova ed esotica per me ma che lì era una consuetudine, visto che il padre gestiva una catena di fast-food di kebab.


Mi basta chiudere gli occhi, oggi, a distanza di anni, per ricordare la pronuncia dura di Salma, i capelli lisci e neri da sembrare blu e, soprattutto, le tette.
Ci eravamo baciati e abbracciati sulla funivia che solcava gli alberi della foresta nera, Schwarzwald; alle Terme di Caracalla, dove eravamo andati con le rispettiva classi, a vederla in costume, con tutta quella roba in mostra e che Salma non si vergognava affatto di mostrare, avevo faticato a nascondere un’erezione spaventosa che mi tormentava; poi c’era stata l’ultima serata.


Ci univa l’ascolto degli Ugly Kid Joe. Con me avevo portato il nastro di America’s Least Wanted, lei indossava la maglia di As Ugly As They Wanna Be. Altro che amore a prima vista.
Quell’ultima sera, dopo aver passato quasi due giornate e mezzo incollati l’uno all’altra, imbracciò la chitarra di una sua compagna e attaccò a suonare e cantare Cats in the cradle, che è una cover di un certo Chapin rifatta anche da Johnny Cash, una ballata che tratta di un padre che non ha mai tempo da trascorrere con suo figlio e intanto gli anni passano e i legami si sfaldano. Eseguì il pezzo in maniera sublime, tanto bene che mi vennero le lacrime agli occhi e quando passò a Busy Bee, altra ballata dell’album America’s Least Wanted implorai tra le lacrime di smetterla, già odiavo le ballate (DALLABNIKUFESIN!) ma quella sera, cantate da lei, mi facevano stare davvero male perché ero consapevole che dal giorno dopo saremo diventati di nuovo due ragazzi stranieri e certe cose a sedici anni ti ammazzano dentro e sapevo di essermi affezionato a lei e mi sarebbe mancata tantissimo e.


Venne il sesso. Dopo le lacrime. La prima volta fu un mezzo disastro. La seconda volta andò un po’ meglio. La terza non avrei mai smesso. La cultura dei pornaletti servì a poco. Mi mancò il respiro quando vidi per la prima volta un essere umano femminile in carne e ossa e per giunta nuda. Le tette. Le gambe. Il sorriso verticale, lì, spalancato davanti a me. Cominciai a sudare tantissimo. Non sapevo dove infilarlo con precisione. Col tempo sono diventato un fan assoluto del sesso orale, starei tutto il tempo a leccare passere e farmi succhiare l’uccello, ma quella volta certi orpelli mancarono: sarebbe stato richiedere davvero troppo al collaborazionismo.


Non chiedetemi perché non ci scambiammo gli indirizzi. A quei tempi non c’erano telefoni cellulari, Internet, e-mail. Si stava (forse) meglio, e la felicità non ci veniva data dalla tecnologia, ma sapevamo costruircela. Bastava una maglietta, una canzone, i capelli lisci e neri da sembrare blu di una coetanea di Berlino conosciuta in gita scolastica.
Dopotutto, non si vive neppure una volta.





mercoledì 20 ottobre 2010

THE END (FAITH NO MORE # 10)

Dopo il post di ieri, terribile solo per i link a due belle canzoni (ma si sa che il copyright su YouTube è elitario quanto la cultura del Circolo dei Lettori, F.U.C.K.), oggi la versione live di un pezzo zarrissimo della altrettanto zarrissima Lady Gaga a opera dei FNM, per concludere il loop dei video del gruppo di San Francisco.

Enjoint!

Federica Tommasi (pardon, Zio Robbo)



martedì 19 ottobre 2010

FORECLOSURE OF A DREAM

Zio Robbo è tornato. Vorrebbe parlare di tante cose, robe, situazioni. Di come lui, La Firma Cangiante e Mrs. Martinelli siano stati trattati a pesci in faccia durante l'incontro con Mr. Bret Easton Ellis, relegati in uno stanzino in differita video con la sala adiacente, solo perché i posti in prima fila sono andati a quei paraculi della Scuola Holden e affini, come ha raccontato la Firma Cangiante qui; di come sia assurdo che la cultura sia così elitaria, quando vengono spesi trecentomila euro mensili dei contribuenti per fare incontri in palazzi settecenteschi che non garantiscono il posto a chi non ha le giuste italiche conoscenze; di come le biblioteche non abbiano più fondi e non possano nemmeno comprare più libri; di come allo sciopero nazionale dei Metalmeccanici Zio Robbo abbia capito che i più duri di tutti siano gli operai, e lui era circondato di rivoluzionari che sono tali solo davanti a un cocktail nel locale più trendy dei Murazzi, tanto papi e mami pagano, chissenefotte, godiamoci questa gita a Roma; di come sia dispiaciuto di non aver ancora recensito due romanzi come L'ipotetica assenza delle ombre e Il contrario di tutto; di come vorrebbe finire il primo manoscritto di cui ha gia dato un centinaio di pagine all'editore Voras; di come si sente triste e depresso, il più delle volte.

Visto che quella merda di YouTube rompe il cazzo, ecco i link a due video che ho sognato stanotte.

Enjoy.


Zio Robbo

venerdì 8 ottobre 2010

TWILIGHT ZONE

Mi riesce difficile parlare di Twilight Zone, serie tv nota nello stivale con il titolo Ai Confini della Realtà. Una serie televisiva nata nel 1959 e che per cinque stagioni, fino al 1965, entrò nell'immaginario televisivo americano e mondiale. Difficile per la complessità dell'opera.

Negli anni ottanta venne ripresa in una nuova versione (a colori), grazie all'interessamento di Steven Spielberg. Tra gli autori anche Stephen King, che ha dedicato alla serie classica un capitolo del suo saggio sull'horror intitolato Danse Macabre.

Di sicuro la serie targata anni ottanta era decisamente inferiore alla prima. Di molti episodi vennero proposti come remake e altri arricchirono la lista dei nuovi classici. Molti episodi mi terrorizzarono letteralmente, quando ero bambino. L'uomo ombra, Lo Show di Zio Diavolo, Quarantena, La nonna (da un racconto di King) e soprattutto I serpenti della notte, dove un reduce del Vietnam, ossessionato dalle ombre dei suoi compagni morti, li fa rivivere come zombi che assaltano lo sperduto fast-food dove ha trovato rifugio nella classica notte buia e tempestosa.

Nel 1983 Joe Dante, John Landis, Steven Spielberg e George Miller omaggiarono la serie anni sessanta con un film diviso in quattro segmenti più un prologo iniziale, di cui solo il primo segmento è una sceneggiatura originale. Gli altri sono remake, più o meno riusciti a parte il quarto, di Landis, che è bellissimo. Il regista propone il classico Nightmare at 20,000 feet (da un racconto di Richard Matheson), in cui uno squilibrato, a bordo di un aereo (nella serie tv originale era interpretato da William Shatner, il capitano Kirk di Star Trek) esce ancor più fuori di testa quando da un oblò vede un gremlin che sta sabotando un' ala dell'aereo.

Lascio i primi (quasi) otto minuti del prologo del film, sempre a firma del geniale Landis. Dan Aykroyd interpreta un autostoppista che sarebbe meglio non far salire in auto.

La volete vedere una cosa che fa veramente paura?

Enjoy.

Zio Robbo


« C'è una quinta dimensione, oltre a quelle che l'uomo già conosce. È senza limiti come l'infinito, e senza tempo come l'eternità: è la regione intermedia tra la luce e l'oscurità, tra la scienza e la superstizione, tra l'oscuro baratro dell'ignoto e le vette luminose del sapere. È la regione dell'immaginazione, una regione che si trova...ai confini della realtà. »



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