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Queste sono le regole...

martedì 31 agosto 2010

CALL GIRL

Lo ammetto. Senza ombra di dubbio. Fossi bello come Richard Gere o figo come Thomas Jane (il Ray Drecker di Hung) farei anch'io il ragazzo squillo. Farei gestire da una bella pimp (leggi: pappona o magnaccia, in inglese la parola è più carina) le entrate di denaro e la selezione delle femmine da ingroppare. Alla larga le donne troppo sofisticate, quelle con strane idee per la testa riguardo il feticismo estremo e i cessi con braccia e gambe. Sono mica Madre Teresa, no?

Fossi una bella donna, di quelle da schianto, cercherei un pimp (meglio negro, che fa tanto anni settanta) per selezionare la clientela maschile e accoltellare chi non paga o mi fa girare le palle. Cercherei di entrare nel giro della politica, dei parlamentari, del Parlamento Europeo, scaricherei il mio pappone negro e cercherei un'ottima copertura politica. Farei pure delle gang bang politiche.

Non fossi stra-figa riuscirei a puntare anche più in basso, nonostante qualche chilo di troppo, qualche smagliatura, ma un visino da bambola, un bel sorriso e la battuta pronta. Trecento euro a botta, servizi extra non inclusi. Alla larga pensionati bavosi.

Torniamo alla realtà. Non sono una donna e nemmeno Richard Gere. Sono basso, ho la faccia da scimmia e in questi giorni pure raffreddato. Povero Zio Robbo.

Ho fantasticato per lasciare il trailer di Secret Diary of a Call Girl, una bella serie con protagonista Billie Piper che interpreta una escort lanciatissima che di giorno è la solare Hanna, di notte l'infuocata Belle. Guardate la serie. Sto aspettando la quarta stagione. Godetevi Hanna/Belle, le mille luci di Londra e il suo accento cockney/high-class. Un calcio in culo a tutte le convenzioni.

Enjoy your escort!


Zio Robbo




giovedì 26 agosto 2010

...E ORA... (FAITH NO MORE # 7)

Questo è il massimo che sono riuscito a trovare in qualità di audio e video. Easy, cover di una canzone dei Commodores. Le ballate le schifo (come direbbe Scott Ian: DALLABNIKUFESIN) ma questa la tollero. Forse perché in coda allo splendido e inimitabile Angel Dust. Forse per l'assemblaggio di scene del video. A chi non piace, si fotta.


Gustate.

Zio Robbo



lunedì 23 agosto 2010

I WANNA BE SEDATED

Il quartetto del Queens in una delle loro canzoni più famose, metafora del lavoro stancante della band: essere sempre in tour. Nel video i quattro sembrano usciti da un film di Romero. Nella folla che li assale pare esserci anche una giovane Courtney Love, quella zoccola.

Lo stile è sempre quello scazzuto e irriverente.

Enjoy!

Zio Robbo



venerdì 20 agosto 2010

SAVIA-NO

Ho letto Gomorra nell’agosto del 2006. Mi aveva attirato la faccia dolente dello scrittore, in quarta di copertina. E il sottotitolo. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra.

Avevo appena terminato di leggere lo stupendo Romanzo Criminale di De Cataldo e Ragazzi di malavita di Bianconi, versione romanzata il primo, di inchiesta il secondo, sulle vicissitudini dell’organizzazione criminale denominata Banda della Magliana.
Dopo aver letto Gomorra confesso di essere stato un po’ deluso. Alcuni capitoli mi avevano entusiasmato: Il porto, con una scena iniziale spaventosa, da film horror. La descrizione del Sistema camorristico. La guerra di Secondigliano. Kalashnikov. Hollywood. Altri capitoli mi avevano lasciato un po’ freddo.
In sostanza avevo preferito De Cataldo e Bianconi, e speravo di trovare, seppur in un argomento leggermente diverso, le stesse capacità narrative o giornalistiche.

Saviano è diventato poi un eroe. C’è stata dapprima la fatwa dei clan camorristi. I suoi articoli. Le apparizioni televisive. L’appello di scrittori e intellettuali affinché lo Stato proteggesse Saviano con la conseguente sconfitta della criminalità organizzata. Come in un film a lieto fine. Poi lo scivolone dello stesso Saviano lo scorso aprile. Uno scivolone sulla buccia di banana dell’auto-immolazione.

Soffermiamoci su alcuni punti. Primo: Gomorra. Il libro. Da quel marzo 2006, quando è stato pubblicato da Mondadori per la collana Strade Blu tutti, ma dico proprio tutti, volevano leggere o hanno letto Gomorra. Una moda, per il gusto italico, come tante altre. L’impegno civile del popolo, come quello di chi mette sul profilo di Facebook il logo di Emergency per lavarsi la coscienza da tutti i peccati ed essere solidale con realtà lontanissime (Tommaso Labranca ne ha scritto uno splendido articolo su Collateral, rubrica fissa della rivista Film Tv…grazie alla Firma Cangiante che me l’ha fatto leggere qualche mese fa!) è diventato quello di comprare Gomorra.

Non credo che tutti lo abbiano letto e vorrei chiedere a chi l’ha letto cosa ha capito.
A parte le considerazioni formulate più su, credo che il messaggio del libro (lo definirei, come ha fatto il collettivo di scrittori Wu Ming nel saggio New Italian Epic, Un Oggetto Narrativo Non Identificato. Etichetta esaustiva e meno ridondante di altre) che ho colto sia semplice e lampante.
Saviano, o meglio Gomorra, consideriamolo come un Oggetto dotato di vita propria, definisce la terrificante teoria marxista del potere criminale, già delineata da Manchette, lo scrittore francese che ha ri-generato il romanzo noir (e che considero un genio): criminalità organizzata e potere economico sono strettamente correlati. Il potere criminale è la colonna, o una delle colonne portanti dell’economia. Se cadesse questa colonna, l’intera economia colerebbe a picco. Altro che Crisi. Ecco perché, in maniera cupa e pessimista, non credo che esista alcun lieto fine.

Poi. Per de-savianizzare Saviano, tutti, ma proprio tutti, a partire dai suoi colleghi scrittori, avremmo dovuto utilizzare qualsiasi forma d’arte per manifestare un impegno civile pari a quello di Roberto. Solo così la criminalità organizzata, Camorra o Mafia che sia, non avrebbe potuto prendersela con alcuno. De-savianizzare Saviano. Pensateci.

Arriviamo ad aprile ultimo scorso. Burlesconi, seguito a ruota dal fido Emilio Fido (sarebbero due ottimi Don Chisciotte e Sancho Panza, se solo avessero intrapreso una seria attività artistica) dichiara che un libro come Gomorra in realtà nuoce perché pubblicizza all’estero un’immagine negativa dell’Italia. Complimenti per l’acume. Come se all’estero non sapessero già dell’esistenza di un’Italia da Operetta. Come se una cosetta come la mafia non l’avessimo esportata noi, il popolo di santi, poeti e navigatori. Ma per piacere.

Saviano però è caduto nella trappola, va senza dire. Invece di far parlare il suo Gomorra e rinchiudersi in un’invisibilità pari a quella di maestri della stessa quali Salinger, Pynchon e Pessoa, dopo le rassicurazioni di Marina Berlusconi alias Mondadori sulla libertà di espressione, Roberto chiede che tutti i dipendenti della casa editrice di Segrate una presa di posizione nei suoi confronti.
Mi chiedo: le ingenti royalties gli han dato alla testa? Sputa nel piatto dove ha mangiato? Non è meglio il silenzio, e che a parlare sia Gomorra?
Quando si decide di pubblicare per Mondadori o Einaudi bisogna saper scindere politica, letteratura e impegno civile. A quel livello, e ancor più dopo un successo planetario, se non si è d’accordo con l’azionista di maggioranza o minoranza bisogna preferire il silenzio e che a parlare sia il libro. Credo. O gli avvocati, se ci si sente diffamati. Le dichiarazioni di Burlesconi lasciano il tempo che trovano. Se Roberto avesse pubblicato con una casa editrice meno famosa tutto questo scalpore ci sarebbe stato?

Non lo so.

Per dovere di cronaca e dovizia di particolari lascio il link a un articolo dettagliato sullo scivolone di Saviano sul blog di Federica Sgaggio, da cui ho tratto ispirazione. La fonte è sempre il blog dello scrittore, insegnante e musicista Valter Binaghi. Grande Federica!

Meditiamo. In silenzio. Invisibili.







giovedì 19 agosto 2010

I FACEBOOKED YOUR MUM

SOTTOTITOLO: LA VOGLIA DI C#*ZO AI TEMPI DI FACEBOOK


"Ci sono ragazzi che sono in grado di lasciare una ragazza. Io non sono tra questi. Le ragazze, le donne, sono molto più determinate e decise della maggior parte di noi uomini. Ne sono convinto.
Quando prendono la decisione, non demordono. Non tornano indietro. No.

I ragazzi, gli uomini…è diverso. Se mollano una ragazza è perché sono davvero stufi della relazione o perché sono davvero dei dritti. Dei fighi. Mollano la tipa per rinegoziare i termini del rapporto con Lei. In questa fase le ragazze, di solito astute come volpi e spietate come mantidi religiose, diventano molli come budini e seppur non proprio innamorate di Lui cadono in una strana forma acuta di depressione simile alle paranoie delle quindicenni nei primi due anni delle scuole superiori. Non vogliono essere lasciate. Devono essere loro a lasciare. E che cazzo. Intanto il Lui di turno magari se la spassa con una di quelle ragazze che vogliono solo divertirsi come Cindy Lauper. Nel frattempo Lei cerca conforto nelle amiche o ex-amiche che ritrova dopo tanto tempo, esce, incontra nuovi ganzi ma il suo cuore batte solo per Lui, a cui giura fedeltà e amore eterno. Lui si stanca delle ragazze che vogliono solo divertirsi come Cindy Lauper, riprende i contatti con Lei, la lascia rosolare ancora un po’ a fuoco lento, poi le dichiara fedeltà e amore eterno. Avendo la meglio su di Lei, ormai imbambolata dopo tanto dolore ma ora Sua Per Sempre. Solo qui le donne mostrano la loro vera debolezza. Il loro punto debole. L’abbandono e il dolore che consegue le rendono deficienti. Invece di mandare affanculo Lui dopo aver patito le pene dell’inferno, cascano a piedi uniti nella trappola. Per sempre. Il nostro sarà un amore infinito, vero? Ma per piacere.

Ecco. Vorrei essere il Lui di turno. Far parte di quella minoranza di stra-fighi. Invece sto nella maggioranza. Nella parte sbagliata. Come al solito.

In quella minoranza ci sono anche quei ragazzi, quegli uomini che riescono a non tornare sui propri passi. Che però non rendono un favore alla società. No. Trasformano le donne abbandonate in veri e propri mostri di acidità. Decise ad annientare qualsiasi maschio che si avvicini a loro. Lamentandosi poi di non trovare Il Principe Azzurro.

Riusciremo mai a comprenderci, uomini e donne, ragazzi e ragazze?
No. Non ci riusciremo. Mai."


Premessa: non ho un profilo su Facebook. Però due persone a me vicine mi permettono di utilizzare i loro profili e così ne approfitto per sublimare l’ipocrisia del conservatore bigotto, con monocolo e pipa in bocca, che alberga in me. Come un moderno Peeping Tom spio in questo buco della serratura grande come il mondo per farmi, senza la mia vera identità, i cazzi di chiunque. A volte stare con due piedi in una scarpa (e con un bel sassolino, che rappresenta la coscienza, all’interno della stessa) è un bel piacere segreto. Come la masturbazione.

Precisazione: il pezzo tra virgolette l’ho già postato lo scorso 26 aprile. L’ho scritto in quella cosa che si chiama manoscritto a cui sto lavorando da tempo e bla e bla e bla. Si può considerare come la riflessione, in forma narrativa, delle categorizzazioni femminili che trovo spiando su FB.

In parole povere: adoro le donne ma le considero creature misteriose e un po’…ecco… pericolose. Talvolta vorrei essere donna per un paio di giorni (non in quei giorni, però!) e provare l’ebbrezza del potere conferito dal sorriso verticale che loro si portano appresso da sempre. Un prodotto che non conosce crisi o altre amenità varie. Che vende molto più delle armi o della droga. Un prodotto che, se non sei particolarmente sfigato, riesci a ottenere in modo gratuito e senza impegni.
Qui scattano le mie elucubrazioni. Come si evince dal pezzo in corsivo, le donne più pericolose sono quelle che sono state lasciate. Sì, perché loro non vogliono e non possono essere lasciate. Sono loro a dover lasciare. Imperativo categorico. Secondo me non è tanto il dolore dell’abbandono, ma il dolore di non aver esercitato il potere che permette loro di abbandonare gli uomini. Le donne abbandonate da un figo pazzesco (figo solo per aver avuto le palle di mollarle, eh!) che non torna sui suoi passi sono le peggiori. Devono dimostrare al mondo che va tutto bene. Che loro sanno come divertirsi. Che con le loro socie (leggi: amiche) non hanno più bisogno degli uomini. Uomini? Puah! Ho le mie soc!(leggi: amiche) Meno male che quando sono depresso decido sempre di tapparmi in casa.

Molte di loro però affrontano periodi di depressione. Cercano, vogliono ri-trovare la persona giusta, quella che potrebbe/dovrebbe far provare loro emozioni in realtà mai sopite. Non si accorgono però che questi fantomatici super-uomini vivono solo nelle loro fantasie. La realtà è fatta di gente normale, che però loro snobbano. La normalità fa paura. Servono uomini duri. Sicuri di sé. Un po’ stronzi. Ma anche teneri. Molle non lo sento, duro mi fa male, ripeteva mio nonno. La soluzione: duro che duri?

Ancora peggio le donne che ri-tornano con il tipo, perché questi è tornato sui suoi passi. Potrebbero mettersi un burqa e farla finita. Non le puoi avvicinare. Se ti mostri interessato ti tagliano le mani.
E le donne che stanno da sempre insieme al loro amore adolescenziale? Ho conosciuto ragazze giovani, ventidue massimo ventitrè anni, che si portavano sul groppone storie di dieci, dico dieci anni alle spalle. Ma siamo matti? DIECI ANNI? Il nostro sarà un amore infinito? Aiuto. Mi viene male al solo pensiero.
Comunque prova ad avvicinarti a loro. Prova. Altro che lupara bianca. L’unica alternativa è il suicidio. Un semplice interessamento e zàc! Ti tagliano le palle. Aspetto solo che la ruota giri. Così mentre noi uomini invecchieremo come il buon whiskey, loro diventeranno delle vecchie minestre. Non le calcolerà più nessuno. Contrappasso.

Possibile poi che alcune persone scambino il semplice interessamento, del tipo “mi piaci lo so che sei impegnato/a e mi spiace” come un istigamento al tradimento (che fa pure rima)?
Tradire. Tra-dire. Uscire fuori dai ranghi. Dagli schemi. Non voglio certo fare un’apologia del tradimento, ma come ha detto qualcuno (non ricordo più chi) la verità del tradimento non sta nella menzogna?
Ecco. Come non esiste l’amore infinito credo che non esista il partner perfetto.
Meglio: di santi, in giro, ce ne sono davvero pochi. Credo che tutti almeno una volta, anche solo con il pensiero, abbiamo tradito il partner. Un caffè con un/una collega simpatica è già un tradimento? O i pensieri, i sogni impuri che facciamo nei confronti di chi magari conosciamo da anni? Finiremo all’inferno per così poco?

Non so. Se si decide di tradire il partner non siamo certo condizionati da un concetto di male esterno tanto caro alla tradizione cattolica (e al relativo senso di colpa che ne consegue). Esercitiamo il nostro libero arbitrio. E dovremo anche scrollarci di dosso i tanto odiati sensi di colpa.
Si vivrebbe il tradimento in modo più sereno. Credo. Ripeto: non voglio apologizzare nulla che per il senso comune rappresenti un’abiezione totale.
Non voglio finire sotto processo come Socrate e poi bere la cicuta. No. Lungi da me.
Il discorso della fiducia e della gelosia è piuttosto complesso da affrontare. Il rispetto del partner che amiamo. Non si può quindi amare qualcuno e nel contempo desiderare qualcun altro? Il terreno sta diventando scivoloso. Le combinazioni sono molteplici e non si può generalizzare troppo.
Credo che un eventuale tradimento debba essere vissuto internamente. Non utilizzarlo come alibi per porre fine a qualsiasi tipo di relazione e non rivelarlo mai al partner, per evitare di rendergli la vita un inferno.
Il tradimento appartiene al foro interno di ognuno di noi. Quegli armadi pieni di scheletri che non vanno mai aperti.
Una ragazza con cui ho vissuto una relazione per un certo periodo (e che ha dato vita a un personaggio che sto utilizzando in quella cosa che si chiama manoscritto a cui sto lavorando da tempo e bla e bla e bla) mi aveva ammonito in modo positivo: “non mi interessa se ti piace prendere degli stuzzichini fuori dalla nostra storia, e non lo voglio sapere. L’importante è che torni ogni sera da me”. Ovvio che il monito non era a senso unico.
Certo il teorema della mia amica presta il fianco ad attacchi e critiche di ogni tipo. La semplicità di cui è pervaso però mi ha sempre fatto riflettere. Torniamo alla domanda di qualche riga più su: Non si può quindi amare qualcuno e nel contempo desiderare qualcun altro?
Si vivesse il tradimento con più leggerezza, forse…

Altra differenza tra uomini e donne è proprio il ruolo in un ipotetico triangolo amoroso. Le donne soffrono a essere l’angolo acuto della triplice relazione. Come amanti finiscono per considerarsi (forse) la seconda scelta. Forse. Dal canto mio credo che gli uomini ci sguazzino un po’ di più. Mi è sempre piaciuto essere quell’angolo acuto e acuminato.

Poi. Ci sono donne (ma anche uomini) che utilizzano social network (e chat) per diventare affermate/i navigatrici/tori di lenzuola. Come riflettevo con una persona che mi sta molto simpatica, perché non arrotondare facendosi pagare? Solo la pornografia può pagare? Si diventa dei poco di buono stabilendo un prezzo o lo si è già dandola/lo via praticamente gratis?
Dal canto mio l’ho sempre detto: I LOVE PORN GIRLS.

Il problema dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, Internet prima di tutti, è che hanno aumentato il concetto di cultura pop(ular). Romanzi che fino a poco tempo fa erano considerati cervellotici come, chessò, La Storia di Lisey di Stephen King ora sono di largo uso e consumo. Larghe fette di popolazione lo comprendono perché abituati a un consumo maggiore di strumenti e concetti che dieci, quindici anni or sono erano appannaggio di una ristretta élite. Per questo ho scritto la voglia di c#*zo ai tempi di Facebook, come sottotitolo.
Da qui le ragazze che si vendono in webcam o fanno le escort senza protettore/trice, utilizzando siti web più o meno criptati.

Non se la prendano le donne per quanto ho scritto: le adoro e se non le adorassi non ne avrei scritto. Non giudicatemi misantropo o misogino. L’intento delle mie parole è semi-serio. Non serioso, per carità. Amo le donne perché sono complesse e delicate allo stesso tempo. Complesse. Delicate. Complesse.

Qui un interessante link ai pericoli e alle insidie che si celano dietro la Madre (o il Padre, dipende dai punti di vista) di tutti i Social Network. L’ho estrapolato dal blog dello scrittore, insegnante e musicista Valter Binaghi.

I FACEBOOKED YOUR MUM.

mercoledì 18 agosto 2010

...AND NOW FOR SOMETHING COMPLETELY DIFFERENT (FAITH NO MORE # 6)

Continua l'ossessione per i Faith No More. Falling To Pieces, dal disco apripista The Real Thing. Video dai colori, vestiti e immagina-rio mooolto anni novanta.

Non vi piace? Rispolverate i cd di Gigi D'Alessio, di Max Pezzali con gli 883, di Vasco Rossi. Quello vi meritate.

Enjoy!

Zio Robbo



martedì 17 agosto 2010

HUNG

A voi la sigla di Hung. Superdotato. La serie tv del network HBO (attualmente alla seconda stagione) mostra le tragicomiche avventure di Ray Drecker, ex ragazzo prodigio del basket che dopo un infortunio vede la carriera incenerirsi e si trova suo malgrado ad allenare una squadra di pallacanestro di un liceo di Detroit.

Poi. Affronta il divorzio con la moglie, già locale reginetta di bellezza che si sposa con un ricco ma quanto inetto (e brutto) dermatologo.

Inoltre. La sua abitazione va a fuoco per un corto circuito e visto il magro stipendio, Ray dovrà vivere in una tenda davanti al rudere della sua casa , intenzionato a ricostruirla mattone dopo mattone.

Infine. I figli, due campioni di goffaggine e bruttezza, lo abbandonano per unirsi alla madre.

Ray rimane solo. Ma grazie a Tanya, una poetessa brutta e sfigata, conosciuta a un seminario per trovare il proprio strumento vicente, ecco...Ray trova il suo strumento. Essendo superdotato (Hung, appunto) diventa un gigolò, sfruttando il proprio pisello per ingroppare miliardarie insoddisfatte e sole, casalinghe disperate, donne incinte, ragazze decise a festeggiare particolari ricorrenze con lui. Hung. Per soldi. Tanya diventa la sua protettrice e...

Ray è interpretato dall'attore Thomas Jane, marito della bellissima Patricia Arquette, già Allison Dubois in Medium. Se non conoscete Medium, correte ai ripari altrimenti Zio Robbo vi prende a testate.

Ecco la sigla di Hung, sulle note di I'll Be Your Man dei Black Keys.

Enjoy.


Zio Robbo



lunedì 16 agosto 2010

I DON'T WANT TO GROW UP

Una canzone di Tom Waits. Un inno all'eterna gioventù o giovinezza. O il titolo del secondo album dei Descendents, punk band californiana degli anni ottanta.

Nel primo caso lascio la cover dei Ramones. Non posso scrivere nulla dei Ramones, come per i Faith No More. Sono storia. La Joey Ramone Place, a New York, è un omaggio della città a un personaggio che è stato, con la band, un emblema culturale e musicale del punk rock.

La formazione iniziale: Joey, Johnny, Dee Dee e Tommy. Quella finale: Joey, Johnny, C.J. e Marky.

Quattordici album in studio. Sei album dal vivo più una serie di raccolte.

Hey, Ho, Let's go!
Gabba Gabba Hey. One, Two, Three, Four.

Nel video si vede la band cantare e suonare in un mondo a cartoni animati.

Il disco è l'ultimo pubblicato: Adios Amigos.

Enjoy.

Zio Robbo



domenica 15 agosto 2010

...E ORA QUALCOSA DI COMPLETAMENTE DIVERSO (FAITH NO MORE #5)

Sì. Qualcosa di completamente diverso. Nuovo video per descrivere la mia ossessione per i Faith No More. La canzone è Everything's Ruined. Dall'album Angel Dust, secondo di quattro album pubblicati e, a mio modestissimo parere, unico e inimitabile. La formazione con il chitarrista Jim Martin rimane la migliore in assoluto. Il video è abbastanza fuori di testa...bellissimo. Ascoltate l'intero album. Poi mi direte. Se non avete voglia potete ascoltare come al solito Vasco Rossi, i Gemelli Diversi, Ligabue o, perché no, gli inascoltabili U2.

Enjoy!

Zio Robbo


sabato 14 agosto 2010

CALL ME (AGAIN)

Ci risiamo. Ecco a voi Sabrina e Samantha nella cover di Call Me, pezzo trascinante del film - noir (???) American Gigolò, interpretata da Debbie Harry con i Blondie.

Il trash non conosce limiti spaziali o temporali. Sabrina e Samantha, dagli anni ottanta in cui ero un bambinetto strambo, le aspetto in una scena soft-core-lesbo. Chissà.

Godetevi il trash.


Zio Robbo



giovedì 12 agosto 2010

ENGLISH SUMMER RAIN


"Ho comprato una tovaglia,

era tutta righe e quadri,

l'ho comprata in Cornovaglia,

ma che cara son dei ladri.

Ma le donne che piacere,

come sei non ci fan caso,

non stan tanto lì a vedere,

se c'hai storto pure il naso,

se sei brutto o se sei gobbo,

può toccargli anche il sedere,

quel coglione di Zio Robbo."


Zio Robbo è tornato lunedì dopo 10 giorni di Inghilterra e Cornovaglia. La Firma Cangiante ha sublimato il suo desiderio di poesia nei miei confronti con i versi, dalla metrica incerta, che lascio per i posteri ad memoriam.

La foto ritrae Zio Robbo in vacanza. Lascio un video dei Placebo, che non mi pacciono troppo, anzi, ma il titolo della canzone e il video con le immagini assemblate su misura invece le gradisco, nell'attuale momento.

Enjoy your English Breakfast.

Quel coglione di Zio Robbo



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