SOTTOTITOLO: LA VOGLIA DI C#*ZO AI TEMPI DI FACEBOOK
"Ci sono ragazzi che sono in grado di lasciare una ragazza. Io non sono tra questi. Le ragazze, le donne, sono molto più determinate e decise della maggior parte di noi uomini. Ne sono convinto.
Quando prendono la decisione, non demordono. Non tornano indietro. No.
I ragazzi, gli uomini…è diverso. Se mollano una ragazza è perché sono davvero stufi della relazione o perché sono davvero dei dritti. Dei fighi. Mollano la tipa per rinegoziare i termini del rapporto con Lei. In questa fase le ragazze, di solito astute come volpi e spietate come mantidi religiose, diventano molli come budini e seppur non proprio innamorate di Lui cadono in una strana forma acuta di depressione simile alle paranoie delle quindicenni nei primi due anni delle scuole superiori. Non vogliono essere lasciate. Devono essere loro a lasciare. E che cazzo. Intanto il Lui di turno magari se la spassa con una di quelle ragazze che vogliono solo divertirsi come Cindy Lauper. Nel frattempo Lei cerca conforto nelle amiche o ex-amiche che ritrova dopo tanto tempo, esce, incontra nuovi ganzi ma il suo cuore batte solo per Lui, a cui giura fedeltà e amore eterno. Lui si stanca delle ragazze che vogliono solo divertirsi come Cindy Lauper, riprende i contatti con Lei, la lascia rosolare ancora un po’ a fuoco lento, poi le dichiara fedeltà e amore eterno. Avendo la meglio su di Lei, ormai imbambolata dopo tanto dolore ma ora Sua Per Sempre. Solo qui le donne mostrano la loro vera debolezza. Il loro punto debole. L’abbandono e il dolore che consegue le rendono deficienti. Invece di mandare affanculo Lui dopo aver patito le pene dell’inferno, cascano a piedi uniti nella trappola. Per sempre. Il nostro sarà un amore infinito, vero? Ma per piacere.
Ecco. Vorrei essere il Lui di turno. Far parte di quella minoranza di stra-fighi. Invece sto nella maggioranza. Nella parte sbagliata. Come al solito.
In quella minoranza ci sono anche quei ragazzi, quegli uomini che riescono a non tornare sui propri passi. Che però non rendono un favore alla società. No. Trasformano le donne abbandonate in veri e propri mostri di acidità. Decise ad annientare qualsiasi maschio che si avvicini a loro. Lamentandosi poi di non trovare Il Principe Azzurro.
Riusciremo mai a comprenderci, uomini e donne, ragazzi e ragazze?
No. Non ci riusciremo. Mai."
Premessa: non ho un profilo su Facebook. Però due persone a me vicine mi permettono di utilizzare i loro profili e così ne approfitto per sublimare l’ipocrisia del conservatore bigotto, con monocolo e pipa in bocca, che alberga in me. Come un moderno Peeping Tom spio in questo buco della serratura grande come il mondo per farmi, senza la mia vera identità, i cazzi di chiunque. A volte stare con due piedi in una scarpa (e con un bel sassolino, che rappresenta la coscienza, all’interno della stessa) è un bel piacere segreto. Come la masturbazione.
Precisazione: il pezzo tra virgolette l’ho già postato lo scorso 26 aprile. L’ho scritto in quella cosa che si chiama manoscritto a cui sto lavorando da tempo e bla e bla e bla. Si può considerare come la riflessione, in forma narrativa, delle categorizzazioni femminili che trovo spiando su FB.
In parole povere: adoro le donne ma le considero creature misteriose e un po’…ecco… pericolose. Talvolta vorrei essere donna per un paio di giorni (non in quei giorni, però!) e provare l’ebbrezza del potere conferito dal sorriso verticale che loro si portano appresso da sempre. Un prodotto che non conosce crisi o altre amenità varie. Che vende molto più delle armi o della droga. Un prodotto che, se non sei particolarmente sfigato, riesci a ottenere in modo gratuito e senza impegni.
Qui scattano le mie elucubrazioni. Come si evince dal pezzo in corsivo, le donne più pericolose sono quelle che sono state lasciate. Sì, perché loro non vogliono e non possono essere lasciate. Sono loro a dover lasciare. Imperativo categorico. Secondo me non è tanto il dolore dell’abbandono, ma il dolore di non aver esercitato il potere che permette loro di abbandonare gli uomini. Le donne abbandonate da un figo pazzesco (figo solo per aver avuto le palle di mollarle, eh!) che non torna sui suoi passi sono le peggiori. Devono dimostrare al mondo che va tutto bene. Che loro sanno come divertirsi. Che con le loro socie (leggi: amiche) non hanno più bisogno degli uomini. Uomini? Puah! Ho le mie soc!(leggi: amiche) Meno male che quando sono depresso decido sempre di tapparmi in casa.
Molte di loro però affrontano periodi di depressione. Cercano, vogliono ri-trovare la persona giusta, quella che potrebbe/dovrebbe far provare loro emozioni in realtà mai sopite. Non si accorgono però che questi fantomatici super-uomini vivono solo nelle loro fantasie. La realtà è fatta di gente normale, che però loro snobbano. La normalità fa paura. Servono uomini duri. Sicuri di sé. Un po’ stronzi. Ma anche teneri. Molle non lo sento, duro mi fa male, ripeteva mio nonno. La soluzione: duro che duri?
Ancora peggio le donne che ri-tornano con il tipo, perché questi è tornato sui suoi passi. Potrebbero mettersi un burqa e farla finita. Non le puoi avvicinare. Se ti mostri interessato ti tagliano le mani.
E le donne che stanno da sempre insieme al loro amore adolescenziale? Ho conosciuto ragazze giovani, ventidue massimo ventitrè anni, che si portavano sul groppone storie di dieci, dico dieci anni alle spalle. Ma siamo matti? DIECI ANNI? Il nostro sarà un amore infinito? Aiuto. Mi viene male al solo pensiero.
Comunque prova ad avvicinarti a loro. Prova. Altro che lupara bianca. L’unica alternativa è il suicidio. Un semplice interessamento e zàc! Ti tagliano le palle. Aspetto solo che la ruota giri. Così mentre noi uomini invecchieremo come il buon whiskey, loro diventeranno delle vecchie minestre. Non le calcolerà più nessuno. Contrappasso.
Possibile poi che alcune persone scambino il semplice interessamento, del tipo “mi piaci lo so che sei impegnato/a e mi spiace” come un istigamento al tradimento (che fa pure rima)?
Tradire. Tra-dire. Uscire fuori dai ranghi. Dagli schemi. Non voglio certo fare un’apologia del tradimento, ma come ha detto qualcuno (non ricordo più chi) la verità del tradimento non sta nella menzogna?
Ecco. Come non esiste l’amore infinito credo che non esista il partner perfetto.
Meglio: di santi, in giro, ce ne sono davvero pochi. Credo che tutti almeno una volta, anche solo con il pensiero, abbiamo tradito il partner. Un caffè con un/una collega simpatica è già un tradimento? O i pensieri, i sogni impuri che facciamo nei confronti di chi magari conosciamo da anni? Finiremo all’inferno per così poco?
Non so. Se si decide di tradire il partner non siamo certo condizionati da un concetto di male esterno tanto caro alla tradizione cattolica (e al relativo senso di colpa che ne consegue). Esercitiamo il nostro libero arbitrio. E dovremo anche scrollarci di dosso i tanto odiati sensi di colpa.
Si vivrebbe il tradimento in modo più sereno. Credo. Ripeto: non voglio apologizzare nulla che per il senso comune rappresenti un’abiezione totale.
Non voglio finire sotto processo come Socrate e poi bere la cicuta. No. Lungi da me.
Il discorso della fiducia e della gelosia è piuttosto complesso da affrontare. Il rispetto del partner che amiamo. Non si può quindi amare qualcuno e nel contempo desiderare qualcun altro? Il terreno sta diventando scivoloso. Le combinazioni sono molteplici e non si può generalizzare troppo.
Credo che un eventuale tradimento debba essere vissuto internamente. Non utilizzarlo come alibi per porre fine a qualsiasi tipo di relazione e non rivelarlo mai al partner, per evitare di rendergli la vita un inferno.
Il tradimento appartiene al foro interno di ognuno di noi. Quegli armadi pieni di scheletri che non vanno mai aperti.
Una ragazza con cui ho vissuto una relazione per un certo periodo (e che ha dato vita a un personaggio che sto utilizzando in quella cosa che si chiama manoscritto a cui sto lavorando da tempo e bla e bla e bla) mi aveva ammonito in modo positivo: “non mi interessa se ti piace prendere degli stuzzichini fuori dalla nostra storia, e non lo voglio sapere. L’importante è che torni ogni sera da me”. Ovvio che il monito non era a senso unico.
Certo il teorema della mia amica presta il fianco ad attacchi e critiche di ogni tipo. La semplicità di cui è pervaso però mi ha sempre fatto riflettere. Torniamo alla domanda di qualche riga più su: Non si può quindi amare qualcuno e nel contempo desiderare qualcun altro?
Si vivesse il tradimento con più leggerezza, forse…
Altra differenza tra uomini e donne è proprio il ruolo in un ipotetico triangolo amoroso. Le donne soffrono a essere l’angolo acuto della triplice relazione. Come amanti finiscono per considerarsi (forse) la seconda scelta. Forse. Dal canto mio credo che gli uomini ci sguazzino un po’ di più. Mi è sempre piaciuto essere quell’angolo acuto e acuminato.
Poi. Ci sono donne (ma anche uomini) che utilizzano social network (e chat) per diventare affermate/i navigatrici/tori di lenzuola. Come riflettevo con una persona che mi sta molto simpatica, perché non arrotondare facendosi pagare? Solo la pornografia può pagare? Si diventa dei poco di buono stabilendo un prezzo o lo si è già dandola/lo via praticamente gratis?
Dal canto mio l’ho sempre detto: I LOVE PORN GIRLS.
Il problema dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, Internet prima di tutti, è che hanno aumentato il concetto di cultura pop(ular). Romanzi che fino a poco tempo fa erano considerati cervellotici come, chessò, La Storia di Lisey di Stephen King ora sono di largo uso e consumo. Larghe fette di popolazione lo comprendono perché abituati a un consumo maggiore di strumenti e concetti che dieci, quindici anni or sono erano appannaggio di una ristretta élite. Per questo ho scritto la voglia di c#*zo ai tempi di Facebook, come sottotitolo.
Da qui le ragazze che si vendono in webcam o fanno le escort senza protettore/trice, utilizzando siti web più o meno criptati.
Non se la prendano le donne per quanto ho scritto: le adoro e se non le adorassi non ne avrei scritto. Non giudicatemi misantropo o misogino. L’intento delle mie parole è semi-serio. Non serioso, per carità. Amo le donne perché sono complesse e delicate allo stesso tempo. Complesse. Delicate. Complesse.
Qui un interessante link ai pericoli e alle insidie che si celano dietro la
Madre (o il
Padre, dipende dai punti di vista) di tutti i
Social Network. L’ho estrapolato dal blog dello scrittore, insegnante e musicista Valter Binaghi.
I FACEBOOKED YOUR MUM.