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venerdì 4 giugno 2010

GIULIA IO TI AMMAZZERÒ

Oggi una recensione scritta dal Medesimo, ospite del blog di Zio Robbo (alter ego degno di stima e rispetto). Dopo "Nina Nihil giù per terra" della simpaticissima e mitica Marta Casarini, altra scrittrice della scuderia Voras, Samantha Momentè. Peggio (o meglio) di un cavalier cortese, largo alle donne. Lascio l'attenzione alle parole. Sosteniamo Samantha, Voras Edizioni e la piccola e media (ma agguerrita) editoria italiana.

Vito Walter Luongo.

Ci sono due sorelle. Piera e Giulia. Piera è una ragazza con qualche chilo di troppo. Chili ben distribuiti. Anche se lei non lo ammetterebbe mai, neanche sotto tortura. Lo specchio le restituisce un’immagine diversa. Quella di una cicciona.

Giulia è l’opposto di Piera. Longilinea, con capelli soffici e lucenti, di un colore stupendo. Una bella ragazza. Cui lo specchio, di sicuro, restituisce l’immagine di beltà e benessere che è sotto gli occhi di tutti. Famigliari. Amici. Estranei.

Due ragazze opposte e complementari allo stesso tempo. Due sorelle. Che però non appartengono alla tradizione di Jane Austen o Louise May Alcott. No. Sono disegnate dalla penna ghignante e avvelenata di una scrittrice italiana. Un’esordiente con il botto.

Sei troppo stupida per vivere è l’opera prima di Samantha Momentè, pubblicato con Voras Edizioni. Un romanzo divertente e godibilissimo. Dal titolo, un omaggio a Milano e Vincenzo di Alberto Fortis. Guai, però, a considerarlo un libro leggero. Affronta temi complessi e delicati, che assillano il nucleo, antidemocratico per eccellenza, che costituisce la società: la famiglia.

Piera e Giulia non vanno d’accordo. Come molte sorelle. La loro situazione è particolare. Giulia in apparenza è la ragazza bella e solare che tutti adorano. Soffre di bulimia e cerca in ogni modo di rendere un inferno la vita di Piera. Quest’ultima è gelosa della sorella che tutti ammirano e adorano. Il sentimento negativo di Piera, pur non sfociando in una patologia, come quella alimentare della sorella, si trasforma in odio puro.

Litigi e guerre famigliari tra le due sorelle peggiorano quando Piera conosce Renato, chitarrista di una band sconosciuta.
Il ragazzo, lo dico senza falsi pudori, è proprio un coglione. Fatto e finito. Uno di quei finti alternativi che vogliono sovvertire il sistema scopandosi le ragazzine finte groupies o sorseggiando cocktail proletari all’ora dell’aperitivo. O peggio ancora, dell’apericena.
A me ha fatto quest’impressione. Mi è stato antipatico fin dal primo momento. Non solo per quello che provoca alla simpatica Piera.

Renato diventa il Casus belli tra Piera e Giulia. Piera soffre per Renato. Renato rimane un coglione. Giulia cerca di soffiare Renato a Piera. Si scatena l’inferno. Sullo sfondo, i genitori delle ragazze. Assenti. Immobili. Visibili solo alla fine.

Ripeto: guai a considerare, come ho letto da qualche parte, la penna dell’autrice come leggera. L’ho scritto qualche riga più su, la penna di Samantha è velenosa e carica di humor nero. Nerissimo. Se ragioniamo in termini di leggerezza e pesantezza Kunderiani, allora la penna dell’autrice è pesante. Lancia dardi al curaro che lasciano il segno.

Ogni capitolo del romanzo, al principio, descrive un avvelenamento e i suoi nefasti effetti. In rigoroso ordine alfabetico. Palahniuk ne sarebbe davvero compiaciuto.
Piera sogna. Di diventare magica. Magica. Con i suoi poteri annienta la sorella. Infliggendole tormenti sempre più elaborati e ricercati. I sogni di Piera, in rigoroso ordine numerico, travalicano i confini del reale e fanno morire dal ridere. Nel sogno numero otto Piera può infliggere sette piaghe, sette terribili castighi, come una divinità post-moderna. Wow.
La zia di Piera. La zia Piera. Da cui la ragazza ha ereditato il nome. Un nome del cazzo (non me ne vogliano le Piera del mondo, si giustifica la protagonista). La zia le appare sotto forma di fantasma, per darle cattivissimi consigli e riuscire a salire le sfere piramidali celesti, in attesa della morte di qualche loro famigliare. Magari la stessa Giulia.

Poi.
Piera che deve comprare un paio di stivali. Deve uscire con Renato. Sclera di brutto per trovarne un paio indossabili. La situazione, una volta risolta, si conclude come una sorta di musical improvvisato. Doppio wow. La vita è meravigliosa. Piera dixit.

Inoltre.
Piera che legge la biografia di Leonarda Cianciulli, la Saponificatrice di Correggio. Triplo wow. Un tocco di classe per un lettore (come il sottoscritto), appassionato dell’argomento Serial Killer. La Leonarda. Chissà se Piera o Samantha hanno visto Gran Bollito, di Mauro Bolognini, con Shelley Winters nella parte (cinematografica) di Lea alias Leonarda. Lo consiglio a entrambe. Un gran bel film.

Infine.
Una ricetta impeccabile. Un finale da capogiro, che ribalta di centottanta gradi tutto quello che abbiamo letto fino a quel momento. Un gran bel finale, con quel grado di follia e paranoia che ho trovato in capolavori cinematografici quali L’inquilino del terzo piano di Roman Polanski o letterari come Misery di Stephen King.

Che dire? Ho esaurito i wow di giubilo ed esclamazione. Bisogna leggerlo. Dialoghi perfetti, libro divertentissimo. L’autrice, allo scorso Salone (e non più Fiera, grazie al cielo) del Libro di Torino mi ha autografato il romanzo. Impreziosendolo con una dedica a Zio Robbo.

Giulia. Io ti ammazzerò.
Dicono Fortis/Piera/Samantha.

Io sono felice e contento. Sono morto. Avvelenato dalle risate. Anzi. Seppellito dalle risate.

Who am I to argue?'Nuff Said



4 commenti:

  1. Wowwwwwww! Recensione meravigliosa - sto annegando nel brodo di giuggiole- et brividi veri. Sono contenta ti sia piaciuto, davvero.
    Samy
    -Leonarda sempre nei nostri cuori!(ma anche Piera, suvvia!)

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  2. Zio Robbo, che bella recensione! In effetti, sei riuscito a cogliere tutte le sfumature di un romanzo meritevole...
    Max

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  3. Ringrazio sia Samantha che Max per i commenti lusinghieri...

    Zio Robbo On The Rocks!(e morto di sonno)

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  4. Bellissima recensione! Su Renato mi trovi perfettamente d'accordo! Adesso faccio un bagnetto, fumo una sigarettina e lo rileggo! La sorella di Sami.

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