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venerdì 23 aprile 2010

CALIFORNICATION MOODY

Torniamo alle serie televisive. Parlare di tutte le serie tv è impossibile, ma cercherò di tracciare un percorso soggettivo elencando volta per volta quelle che preferisco in assoluto (tutte hanno qualcosa di valido, da un punto di vista oggettivo, ma i gusti personali sono i veri padroni).

In questo preciso momento storico adoro FlashForward. La serie, tramessa dal network ABC, non sta più riscuotendo ottimi ascolti. Rischia addirittura il non rinnovo. Soppiantata, ovvio, da Lost (a cui preferisco Alias e Fringe, se vogliamo citare altre due creature di J.J.Abrams).
In un altro momento, aiutandomi anche con TvZapper, elencherò i vari motivi per cui oggettivamente Lost non è la migliore delle serie tv (anche se devo vedere ancora quinta e sesta stagione) e i motivi per cui FlashForward non è mai del tutto decollata, e perché a me piace così tanto, invece. C'è anche il libro dello scrittore canadese R.J. Sawyer, FlashForward - Avanti nel tempo da cui è stata tratta la sceneggiatura della serie. Non voglio, però, ancora leggerlo. Un po' perché la fantascienza scritta non mi fa impazzire, un po' perché fino a quando non sarà chiusa la serie voglio che Mark Benford e soci si muovano nella mia fantasia con le immagini televisive che mi tengono compagnia per quaranta minuti nel fine settimana. Guardate FlashForward. Lo faccio apposta a non mettere prewiew o intro da YouTube. Ve lo dovete guardare. Ve lo dovete gustare.

Voglio invece parlarvi brevemente (odio gli avverbi ma poi finisco per utilizzarli sempre) di Californication.
Un ottimo prodotto della ShowTime. Network tra i migliori in circolazione, che ha saputo osare producendo serie tv che rappresentano la realtà senza falsi pudori, fino al limite del presentabile quali Dexter, serial killer che elimina i serial killer o Secret Diary of a Call Girl, su una ragazza che per mantenersi diventa prostituta d'alto bordo da 300 sterline all’ora. Tornerò a tempo debito sulle singole serie.

Californication narra le vicende di Hank Moody (interpretato da uno splendido David Duchovny) scrittore di successo che da New York torna a Los Angeles per seguire la trasposizione su pellicola del suo ultimo romanzo. Ne ha scritti tre, di libri, che hanno i titoli di dischi degli Slayer: South of Heaven, Season in the Abyss e God Hates Us All (quest’ultimo è quello che dovrà diventare un film).

Nell’odiata L.A. Hank deve fare i conti con una bella crisi creativa ed esistenziale. Non riesce a scrivere e cerca di recuperare il rapporto di padre con la figlia Rebecca, aspirante musicista e adolescente e di marito con l’ex moglie Karen. Hank finisce sempre per cadere negli eccessi dell’alcool e del sesso: riesce a copulare con qualsiasi donna piacente che gli stia a meno di mezzo metro di distanza. Esilaranti le avventure con il proprio agente letterario (interpretato da Evan Handler, già presente in Sex and the City) e con tutta una serie di personaggi affascinanti quanto bizzarri presenti nel sottobosco di Los Angeles, Hollywood e dintorni.

L’omaggio letterario a Charles Bukowski è evidente già dal nome di Moody, Hank (Hank Chinaski era l’alter ego letterario di Bukowski) e dal mood in prevalenza eccessivo verso il bere e le donne. Tanto Bukowski era butterato e brutto, tanto Hank è un figo. Un vero figo. David Duchovny è rinato davvero, dopo aver accantonato i panni del pallosissimo agente Fox Mulder in X-Files.
Un personaggio sopra le righe e un magnete per le donne: tutte si svestono e si strappano i capelli per Hank.

La serie è arrivata a tre stagioni complete. Si attende la quarta, prevista per il prossimo settembre.

Volevo postare la splendida sigla, ma ho optato per la prima scena della serie. Qualche tempo fa avevo scritto un brevissimo racconto in cui ho messo su carta le immagini che seguiranno. Una cosa divertente che non farò mai più, per citare David Foster Wallace. Nei prossimi post inserirò una scena della seconda e terza serie.
Non avendo trovato nulla in lingua originale e sottotitoli (serial e film andrebbero visti sempre così, non me ne vogliano i nostri favolosi doppiatori) il video è in italiano. Non è doppiato così male. Anzi.

Un’ultima nota. I Red Hot Chili Peppers hanno fatto causa alla ShowTime a causa del titolo della serie, uguale a un loro album del 1999.
Dico: ma non potete pensare a tornare a creare dischi come Mother’s Milk o Blood Sugar Sex Magik invece di pensare a queste cazzate e a dischi di merda come Californication? Godetevi Hank. È meglio.

Chi si ritiene offeso dalla scena che segue è un perfetto idiota. Si faccia curare.

Who am I to argue? ‘Nuff Said.

Buona visione.

Zio Robbo



2 commenti:

  1. Qualche mese fa, facendo zapping, vidi David Duchovny su Italia1. Non lo vedevo in TV da parecchi anni. Mi fermai a guardarlo. Non conoscevo Californication, scoprii la sua esistenza in quel momento.
    Quello che vidi mi piacque. Pensai di seguire le puntate successive ma poi me ne dimenticai. Ora, dopo aver visto la scena iniziale e la scena seguente, sono sicura che non mi dimenticherò di guardare le puntate in streaming.

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  2. Rieccomi. E' qualche giorno che non visito "queste pagine" se posso usare un'espressione prevalentemente legata alla cara vecchia carta. Probabilmente di questo non fregherà nulla ai più ma tant'è....

    Riprendo da Californication.

    Due cose:
    1) Non ho mai visto questa serie
    2) Faccio la voce contro e dico che questo trailer non mi invoglia a vederla.

    Ormai queste situazioni che sanno di finto trasgressivo in ambito religioso, oltre ad avermi stancato, mi sembrano abbastanza abusate.
    Lo schierarsi in antitesi o dileggiare tutto ciò che riguarda chiesa e religione è diventato lo sport nazionale al pari del calcio.
    Tra le altre cose la scena in questione, oltre a non essere divertente (è un mio parere ovviamente) non è neanche così originale.
    Penso a come ha affrontato argomenti simili ad esempio Abel Ferrara ne "Il cattivo tenente" o al killer in abito da suora de "L'angelo della vendetta". Certo, qui c'è un piglio decisamente più serio. Magari Californication vuole semplicemente essere una serie divertente.
    Al momento non mi convince.

    Non sono convinto neanche sulla mediocrità di Californication dei RHCP. Un album sicuramente più ruffiano ed "easy listening" dei precedenti, che arriva al grande pubblico ma pieno di ottimi pezzi.
    Solitamente sulla musica sono abbastanza intollerante ma su Californication non vedo questa caduta di tono ma solo una direzione diversa, più "commerciale" ma musicalmente molto buona.

    E' tardi, vado a dormire.

    La voce contro (Ex L'ordinatissimo)

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