Uno degli inconvenienti principali dell'avere la propria sede lavorativa all'interno di uno dei tanti, moderni e polifunzionali Centri Commerciali (dotato di multisala, parcheggio e pista d'atterraggio per gli U.F.O.) è soprattutto dover assistere, nei fine settimana o week-end, alla continua ripetizione di scene del tutto simili al capolavoro Dawn of the Dead (Zombi) di George A. Romero. Sempre. Come nell'Eterno Ritorno di Nietzsche.
I Centri Commerciali sono un'ossessione tipica della modernità. Del tempo morto in cui siamo costretti a a vivere. Usando una definizione cara all'antropologo francese Marc Augé, sono per elezione i Non-Luoghi della società. Della società dei consumi. Non-Luoghi Negativi.
Negativi perchè rappresentano il capolinea dell'Uomo Moderno. Il nonluogo rappresenta lo spazio costruito per un servizio specifico e il rapporto che l'individuo instaura con quello spazio. Vedi le autostrade, gli aeroporti, gli autogrill, EuroDisney, Gardaland, Ocean World. Trasporto, rifocillarsi, svagarsi. Io adoro le metropolitane. Sono il nonluogo per eccellenza. La metropolitana di Londra la trovo fantastica. Un nonluogo positivo. Dove sedersi e veder scorrere i treni e l'umanità ignara. Anche quella di Torino, parodia di tante altre, mi piace. Mi rende un nonuomo, forse.
Il centro commerciale no. Un nonluogo? No. Il Non-Luogo. Ricordo da bambino che la mia bisnonna, recatasi al principio degli anni 60 a Long Island, mi raccontava di enormi Store dove le famiglie americane trascorevano il tempo libero, dove si poteva mangiare, leggere, addirittura fare il bucato alle lavanderie a gettoni. Non capivo. Avevo otto anni e andavo a far la spesa con mia madre in latteria o in piccoli supermercati che allora stavano nascendo. Pensavo che la bisnonna stesse solo prendendomi in giro. Poi arrivò il Mega. Poi il Continente. Poi il Carrefour. Gli anni 90 hanno visto il processo di globalizzazione farsi sempre più deciso. Il desiderio dei consumi è aumentato. L'isolamento dell'uomo anche.
Quando vidi Dawn of the Dead (Zombi) non compresi a fondo l'assoluta potenza visiva del film. Avevo solo undici anni. Quando mi sono ritrovato circondato da tanti individui all'interno di un centro commerciale, uno dei tanti spuntati come funghi negli anni 90, ho capito. Il messaggio filosofico di Romero era ben chiaro. L'umanità finisce lì. Non all'aeroporto o in metropolitana. No. I morti ri-tornano dove si recavano in vita. Come lì consumavano la vita, ora consumano la morte. Affamati. Famelici.
Segnalo che nel 2004 è stato realizzato un remake del film di Romero. Mi è piaciuto. Ho apprezzato l'idea di far correre gli zombi come centometristi alle Olimpiadi, omaggiando il capolavoro 28 days later (28 giorni dopo) di quel geniaccio di Danny Boyle. I suoi infetti in una Londra spettrale hanno ri-creato in maniera efficace e originale un genere. Anche se i veri morti viventi saranno sempre quelli lividi e lenti del regista di Pittsburgh. Con le musiche dei Goblin.
Hey, who are those kids? And why are they staring at me?
Buona visione.
Zio Robbo
I Centri Commerciali sono un'ossessione tipica della modernità. Del tempo morto in cui siamo costretti a a vivere. Usando una definizione cara all'antropologo francese Marc Augé, sono per elezione i Non-Luoghi della società. Della società dei consumi. Non-Luoghi Negativi.
Negativi perchè rappresentano il capolinea dell'Uomo Moderno. Il nonluogo rappresenta lo spazio costruito per un servizio specifico e il rapporto che l'individuo instaura con quello spazio. Vedi le autostrade, gli aeroporti, gli autogrill, EuroDisney, Gardaland, Ocean World. Trasporto, rifocillarsi, svagarsi. Io adoro le metropolitane. Sono il nonluogo per eccellenza. La metropolitana di Londra la trovo fantastica. Un nonluogo positivo. Dove sedersi e veder scorrere i treni e l'umanità ignara. Anche quella di Torino, parodia di tante altre, mi piace. Mi rende un nonuomo, forse.
Il centro commerciale no. Un nonluogo? No. Il Non-Luogo. Ricordo da bambino che la mia bisnonna, recatasi al principio degli anni 60 a Long Island, mi raccontava di enormi Store dove le famiglie americane trascorevano il tempo libero, dove si poteva mangiare, leggere, addirittura fare il bucato alle lavanderie a gettoni. Non capivo. Avevo otto anni e andavo a far la spesa con mia madre in latteria o in piccoli supermercati che allora stavano nascendo. Pensavo che la bisnonna stesse solo prendendomi in giro. Poi arrivò il Mega. Poi il Continente. Poi il Carrefour. Gli anni 90 hanno visto il processo di globalizzazione farsi sempre più deciso. Il desiderio dei consumi è aumentato. L'isolamento dell'uomo anche.
Quando vidi Dawn of the Dead (Zombi) non compresi a fondo l'assoluta potenza visiva del film. Avevo solo undici anni. Quando mi sono ritrovato circondato da tanti individui all'interno di un centro commerciale, uno dei tanti spuntati come funghi negli anni 90, ho capito. Il messaggio filosofico di Romero era ben chiaro. L'umanità finisce lì. Non all'aeroporto o in metropolitana. No. I morti ri-tornano dove si recavano in vita. Come lì consumavano la vita, ora consumano la morte. Affamati. Famelici.
Segnalo che nel 2004 è stato realizzato un remake del film di Romero. Mi è piaciuto. Ho apprezzato l'idea di far correre gli zombi come centometristi alle Olimpiadi, omaggiando il capolavoro 28 days later (28 giorni dopo) di quel geniaccio di Danny Boyle. I suoi infetti in una Londra spettrale hanno ri-creato in maniera efficace e originale un genere. Anche se i veri morti viventi saranno sempre quelli lividi e lenti del regista di Pittsburgh. Con le musiche dei Goblin.
Hey, who are those kids? And why are they staring at me?
Buona visione.
Zio Robbo
"Quando non ci sarà più posto all'inferno, i morti cammineranno sulla terra". A questo punto la domanda nasce spontanea: sono veramente finiti i posti laggiù? Più frequento il non-luogo e più mi convinco che sia così.
RispondiEliminaL.
Qualche anno fa fotografai il non-luogo alle 6 e 38 del mattino.
RispondiEliminaNon c'era anima viva. Io ero uno spettro.
La foto è questa.
La osservo con attenzione... dopo qualche secondo lo vedo!
Da laggiù sta avanzando un fiume di sangue.
Sembra proprio l'Overlook Hotel!
Un commento, forse una divagazione. Un fottuto avvertimento...
RispondiEliminaAlcuni film, come quello di Romero citato dal nostro amichevole Zio Robbo di quartiere, col tempo si guadagnano l'ingresso nella categoria dei Cult Movie. Questo perchè scavano, entrano nell'immaginario collettivo, ma soprattutto perchè hanno molto livelli di lettura. Livelli.
Anche il "nostro" non-luogo ha dei livelli. Morgana ci ha regalato un'inquietante immagine del livello del consumo. Ma in quale livello si annidano i non-morti più pericolosi? Non rimanete soli, guardatevi le spalle, sono tra noi. Fate bene a cacarvi sotto quando girate da soli per il non-luogo ad una certa ora. Non sei d'accordo L.?
Zombie Eater