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venerdì 30 aprile 2010

LA HAINE

Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: "Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene." Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.

Quando ho visto per la prima volta il film La Haine di Kassovitz era un sabato sera di non mi ricordo più quale mese del 1995 o 1996. Credo fosse il 95. Non rammento se primavera o autunno. Ero insieme con una ragazza, Teresa, e facevamo coppia fissa da qualche settimana. Pioveva. Non avevo ancora l'auto.

A lei non piacque per niente. Io rimasi entusiasta. A lei non piacque perché l'avevano proiettato in francese, con i sottotitoli. Quando lo rividi qualche anno dopo, in italiano, capii che era stata una fortuna vederlo sottotitolato. In italiano non rende così bene. Poi qualcuno mi spiegò che i dialoghi originali erano in verlan, il gergo parigino dove le parole vengono pronunciate al contrario.

Mi aveva colpito la potenza espressiva delle immagini. Il bianco e nero. La storia, semplice, di Vincent, Hubert e Saïd. Un ebreo, un negro e un maghrebino. Come una barzelletta. Che però non fa ridere.

Ventiquattro ore nella vita di questi tre ragazzi. Dopo la rivolta delle banlieue per l'uccisione di un ragazzo da parte della polizia. Vincent trova la pistola di un poliziotto. Ecco la metafora della frase in corsivo, di Hubert, a inizio post.

Guardate La Haine. In lingua originale. Kassovitz nel tempo si è davvero perso per strada. Nel film interpreta la parte di uno skinhead che poi ha la peggio sui tre ragazzi.

Noi italiani non saremo mai come i francesi. Loro sono riusciti a rovesciare una monarchia. Noi siamo l'italia da operetta. Il popolo di santi, poeti e navigatori. L'esercito di Masaniello.

Il 90% dei ragazzi alternativi, di sinistra, quelli dei centri sociali, non saranno mai dei veri proletari. Fingeranno sempre si esserlo. Fino a quando l'azienda del papà o lo studio rinomato della mamma aprirà loro le porte di un (dorato) futuro.

Termino con le parole di Pasolini. Io detesto la brutalità della polizia e qualsiasi tipo di violenza che metta a tacere la libertà di espressione dell'individuo. Dai roghi del Cinquecento alla violenza generalizzata nei paesi dove non ci si può opporre a un regime. Però Pasolini aveva ragione, dopo la Battaglia di Valle Giulia. Fascismo di sinistra? Ma per piacere.

Quando a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti io simpatizzavo coi poliziotti. Perché i poliziotti sono figli dei poveri.

Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri.

Lascio la parte iniziale de La Haine.

Buon ascolto e visione.


Zio Robbo



2 commenti:

  1. E' un film interessante. Mi è piaciuto.

    E' la storia di una società che precipita
    e che mentre sta precipitando si ripete per farsi coraggio:
    "Fino a qui tutto bene.
    Fino a qui tutto bene.
    Fino a qui, tutto bene."
    Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.

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  2. L'odio. Un grande film. Mi era piaciuto tantissimo. Avrei potuto scrivere un bel commento in questo post. Peccato che subentrino due piccoli problemi.

    Problema 1. La mia memoria è una merda.
    Problema 2. Ho visto il film più di dieci anni fa.

    Corollario: Il problema 1 e il problema 2 messi insieme creano una situazione sfavorevole.

    Di solito quando vedo un film o leggo un libro e devo parlarne a distanza di anni i miei ricordi sono sfocati. Mi rimane però la sensazione, l'impressione che il libro o il film mi lasciarono.
    Non so se mi spiego... non mi ricordo la vicenda (in questo caso la ricordo a grandi linee) ma mi ricordo se mi era piaciuta.

    L'odio di Kassovitz mi piacque molto.

    Lo vidi più di dieci anni fa nella mia cameretta. Ora un dj che lo Zio conosce direbbe: "Cameretta???? Ma cosa sei un fottuto teenager?". Gli avrei risposto di no. Non ero più un teenager già da un po' e sono passati più di dieci anni. Cazzo, sto diventando vecchio, davvero. I film, la musica e i libri sono sempre li a ricordarmelo. Alcuni dei mie dischi preferiti uscirono nei primi anni '90. Sono passati 20 anni.

    Forse sto divagando...

    L'odio. Guardatelo, non ve ne pentirete.

    Nostalgico Again (Ex la voce concorde)

    PS. Mi piacerebbe che anche qui un po' di gente cominciasse a parlare al contrario.
    Non ci capirei niente e mi risparmierei un sacco di cazzate.

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